Il Vuoto Cosmico

La definizione di vuoto si applica a molteplici fattispecie, mantenendo la caratteristica comune di generare un senso di angoscia in chi vi si addentri.
La più inquietante forse quella della fisica quantistica, che definisce il vuoto come l’elemento principale dell’Universo, che nasconde dentro di sé infinite sorprese: al punto di affermare che “un po’ di vuoto contiene energia tale da poter distruggere l’intero pianeta Terra”.
Cosa c’entra questo con il gioco e in particolare con il gioco pubblico? Lo spieghiamo.

L’azione sconsiderata di molti amministratori pubblici, supportati da politici di altrettanto spessore, sta, di fatto, svuotando quel contenitore strutturato che abbiamo nel tempo definito come sistema di gioco pubblico, un sistema complesso formato da una pluralità di soggetti che trova radice e legittimazione nella legge. Un sistema che genera oltre a miliardi di euro l’anno di gettito erariale, destinato alla comunità secondo i fabbisogni (dagli 80 euro di Renzi, al reddito di inclusione, alle ipotesi di reddito di cittadinanza), lavoro – compreso l’indotto – per circa centomila addetti, e argine alla colonizzazione criminosa della attività immanenti che svolge.

Tornando alla definizione, in astronomia per vuoto si intende una struttura a grande scala dell’Universo sostanzialmente costituita da un enorme spazio, non privo di materia, di densità estremamente bassa in confronto a quanto si osserva nell’Universo. Peraltro, l’esistenza dei vuoti può rappresentare significative prove fisiche dell’esistenza dell’energia oscura. Quella cioè che – seppur non provata – costituirebbe il motore dell’espansione dell’Universo.

Con un’analogia pindarica, creare un vuoto quindi anche di sistema, produrrebbe effetti assai poco controllabili, e addirittura una accelerazione di sviluppo, seppure grazie ad una “energia oscura”. Ecco cosa a nostro avviso può accadere (o forse sta già accadendo) nel mondo del gioco: la progressiva demolizione del sistema di gioco pubblico genera un vuoto produttivo di effetti oscuri, che riproducono in modo accelerato e incontrollato proprio ciò che si è voluto demolire. Ora, proviamo a soffermarci sull’analogia dell’energia oscura: in astrofisica questa non è una forza negativa, anzi. Viene individuata come l’ingrediente preponderante e più misterioso del modello standard attuale, che contribuisce a circa il 75% della densità di materia/energia dell’Universo e ne provoca l’attuale espansione accelerata. Nel mondo del gioco la possiamo paragonare al gioco non regolato, che si espande continuamente e in proporzione inversa alla capacità dei regolatori di assorbirlo. Si badi bene, NON si parla di attività criminose legate al gioco, quali ad esempio quelle ben descritte dal Procuratore aggiunto Dott. Russo della Direzione Nazionale Antimafia nella sua recente intervista. Vero è che anche queste si alimentano meglio per effetto della creazione del vuoto, ma – si badi bene – esse si basano proprio sull’esistenza e credibilità di un sistema di gioco legale, distorcendone gli elementi costitutivi a proprio vantaggio, utilizzando a tal fine i metodi propri della criminalità organizzata. Il principio fondante del sistema in essere, che a noi piace sempre ricordare, e del quale questa demolizione insensata impedisce l’applicazione, è quello della canalizzazione del gioco in circuiti controllati. Ritornando all’analogia, riuscire a indirizzare i flussi di energia rendendoli da oscuri a chiari, gestendone sia l’intensità che la accelerazione in modo compatibile con una sana regolamentazione e socialmente sostenibile.

Il minestrone indigesto che da tempo si vuole propinare, fatto di attentato alla salute, alla morale, di criminosità prevalente, di diseducazione, resta sullo stomaco non solo degli addetti ai lavori – provocando gli effetti distorsivi sopra descritti – ma di tutti i cittadini dotati di intelletto, nei quali fa insorgere il legittimo dubbio che lo Stato nelle sue molteplici componenti non sia in grado di gestire un fenomeno comunque immanente (inteso come insito nella natura umana ed in rapporto di coessenzialità reciproca con essa), se non attraverso continue ed illogiche contraddizioni.

Il vuoto poi provoca altri sgradevoli effetti: nei contratti di noleggio delle navi mercantili, la clausola vuoto per pieno significa che il noleggiatore s’impegna a pagare il nolo sulla quantità di merce convenuta, anche se ne imbarca di meno. Si dice allora che il noleggiatore deve pagare anche il vuoto per pieno e il nolo relativo si dice nolo morto. Ecco, non vorremmo alla fin fine pagare noi tutti un nolo morto per questo vuoto del sistema pubblico del gioco che si va maldestramente creando.