Il bando fantasma
In applicazione a quanto previsto dalla 184/2008, legge appena promulgata e già modificata in tempo record, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea alla fine della scorsa settimana il bando per la raccolta di gioco pubblico su base sportiva e su base ippica.
Le licenze messe a gara sono 3000, e riguardano in pratica “scommesse sportive a quota fissa, scommesse ippiche a totalizzatore, scommesse ippiche a quota fissa, scommesse a totalizzatore, concorsi pronostici sportivi, v7 – gioco a base ippica annunciato qualche mese fa ma non ancora partito -, ippica nazionale, nonché qualunque ulteriore gioco pubblico su base ippica o sportiva che AAMS riterrà in qualsiasi momento di voler commercializzare per mezzo della rete di negozi di gioco”.
Sta di fatto però che un’ulteriore emendamento inserito giovedì 11 u. s. dal Senato nel testo della Finanziaria, prevede che vengano messi a gara diritti esclusivamente per la raccolta di scommesse ippiche, rectius diritti di gestione di punti di vendita di gioco su base ippica, ed allunga il termine della revoca delle 329 agenzie ippiche storiche al 31 marzo 2009. Si torna all’origine, ed al bando di gara pubblicato lo scorso settembre e prontamente ritirato. Destino che sarà condiviso anche dal bando pubblicato lo scorso venerdì.
Si tratta, secondo le dichiarazioni rilasciate dall’Amministrazione, di un mero “adempimento tecnico” per rispettare i termini per la revoca delle 329 agenzie ippiche storiche, fissata per il prossimo 31 gennaio dal decreto “salva-infrazioni” dello scorso giugno, nel tentativo di evitare eventuali richiami della Commissione Europea per ritardi nell’adempimento ai dettami della sentenza della Corte di Giustizia del settembre 2007. La Finanziaria verrà riesaminata nei prossimi giorni dalla Camera, ma ulteriori cambiamenti sembrano, almeno da fonti ufficiali, esclusi. Una volta approvata la legge di bilancio 2009 quindi, il bando verrà ritirato e sostituito da uno nuovo, nel quale forse saranno apportati ulteriori cambiamenti.
Per il momento il bando pubblicato lo scorso venerdì è valido ed efficace, e quindi andiamo a vedere i suoi punti essenziali:
- La base d’asta per i diritti è di 85mila euro;
- Possono partecipare alla gara i soggetti che già commercializzano in Italia o in Europa almeno un gioco presente nel portafoglio Aams, e che abbiano conseguito nel biennio 2006-2007 ricavi per 2 milioni di euro;
- Le licenze hanno vigore dal 1 aprile 2009 con scadenza al 30 giugno 2016;
- Il termine per chiedere i documenti di gara è fissato al 5 febbraio 2009, quello per la presentazione delle domande al 16 febbraio 2009; ed infine l’apertura delle buste avverrà il 21 febbraio alle ore 10:00.
Come già anticipato nel capo riguardante la Capacità economica e finanziaria, contrariamente a quanto previsto nel bando Bersani – dove si richiedeva un minimo di euro 1.500.000 per lo sport e 2.000.000 per l’ippica in relazione al fatturato specifico – si fa esplicito riferimento ai ricavi e non più al fatturato come è avvenuto in precedenza. Ferma la annosa questione della individuazione del fatturato per le aziende di gioco (dove un’altra definizione rileva, quella di raccolta), potrebbero dunque essere esclusi i concessionari che negli ultimi due anni hanno guadagnato meno di due milioni di euro, tenendo in considerazione la crisi dell’ippica ed altri fattori, anche di natura territoriale. Si spera che la menzione nel bando “fantasma” dei ricavi piuttosto che del fatturato sia un refuso da parte dell’organo redattore, visto e considerato che l’art 1 bis, 3° comma, della legge n. 184/08 prevede che la procedura per l’assegnazione delle concessioni “e’ aperta alle domande di soggetti italiani ovvero di altri Stati dell’Unione europea in possesso dei requisiti di affidabilita’ gia’ richiesti ai soggetti che hanno conseguito concessioni per l’esercizio e la raccolta di giochi di cui all’articolo 1, comma 287, lettera a), della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, e all’articolo 38, comma 4, lettera a), del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248″.
L’individuazione dei criteri relativi alla capacità economica e finanziaria sono di esclusiva competenza della pubblica amministrazione addetta alla redazione del bando, che dovrà essere attenta in questo terzo tentativo alle esigenze del mercato ed alla tutela della concorrenza.