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Europa: con l’ACTION PLAN si riparte da zero

Lo scorso 23 ottobre è stato approvato dalla Commissione Europea il piano d’azione, c.d. “ACTION PLAN”, che fa seguito al Libro verde presentato circa un anno fa, relativo al gioco online e non solo. I numeri del settore sono oramai troppo importanti per non avere l’attenzione degli organi europei. Si stima in circa 7 milioni il numero di giocatori attivi per vincite in denaro online all’interno del mercato UE.

Il business ha generato ricavi per gli operatori per 9,3 miliardi nel 2011, che secondo le previsioni nel corso del 2015 potrebbero arrivare fino a 13. Il tutto in assenza di armonizzazione tra le normative tra gli Stati Membri. Molti paesi UE infatti hanno introdotto norme per controllare il settore e tutelare i giocatori-consumatori, ma ogni Stato ha il proprio sistema:

a) la Germania ed i Paesi Bassi hanno vietato certi tipi di scommesse online. Chiudendo il proprio mercato in spregio ai principi istitutivi del Trattato UE;

b) la Finlandia, il Portogallo e la Svezia hanno un unico operatore che gestisce i servizi di giochi con vincita in denaro online. Quel regime a mono-concessionario che è stato oggetto di rilevanti censure nel nostro Paese.

c) l’Italia per prima sin dal 1999 e poi Danimarca, Estonia, Francia, e Spagna, hanno introdotto – chi meglio chi peggio – un sistema di licenze per permettere a più operatori di offrire questo tipo servizi.

Osserva però la Commissione che per la natura stessa dei giochi con vincite in denaro online (sul web è assai arduo vietare e controllare), i cittadini potrebbero non essere protetti a sufficienza dalle normative del proprio Paese d’orgine. Il giocatore consumatore tedesco per esempio può decidere di scommettere su un sito stabilito in UK, con buona pace delle Autorità. La Commissione omette però di rilevare che alcuni Stati membri stanno sfruttando questa vacatio d’armonizzazione per integrare la loro economia e i loro bilanci, senza tener conto della pecularietà del settore del gioco legale sia on line che terrestre.

I punti presenti nel c.d. Action Plan, che saranno supportati da tre Raccomandazioni ufficiali che la Commissione dovrebbe inviare agli Stati membri (nei confronti dei quali sono stati avviati procedimenti di infrazione a partire dal 2008), si possono così riassumere:

1) protezione dei minori. Secondo le stime della Commissione il 75% dei minori utilizza internet. La Comunità deve quindi trovare un accordo su norme comuni di tutela sui minorenni. E’ necessario sensibilizzare maggiormente i genitori ad adottare strumenti che consentano di bloccare l’accesso ai siti web, incentivare la creazione di strumenti e filtri che consentano di vietare l’accesso ai siti di gioco sulla base dell’età di chi si connette.

2) Prevenzione di frodi riciclaggio. Sono fenomeni transfrontalieri, ed in questi casi i paesi membri non possono lottare da soli, ognuno per conto proprio. Per questo motivo la Commissione ha illustrato la possibilità di estendere la direttiva antiriciclaggio al gioco online, non tralasciando l’ipotesi di trovare una soluzione per bloccare i pagamenti verso i siti di gioco illegale;

3) Tutela dello sport-match fixing. Nel 2014 dovrebbere essere presentata una raccomandazione sulle best practices per combattere il fenomeno delle combine. La Commissione inoltre opererà nei forum internazionali per la lotta alla corruzione nello sport. Ecco alcune delle misure ipotizzate: a) dovranno essere approntati dei meccanismi di delazione per affrontare i match truccati; b) dovrà essere sancita la proibizione delle scommesse sulle gare giovanili; c) dovranno essere adottate regole per evitare il conflitto di interesse, per impedire agli atleti e alle persone che li circondano di effettuare delle scommesse online; d) individuare delle regole per prevenire i fenomeni di frode nell’ambito sportivo.

4) Maggiore cooperazione tra gli Stati e rispetto della normativa comunitaria. Questo è uno degli aspetti più delicati. Ed infatti è già pronto il piano B. Se il Piano d’Azione si rivelasse insufficiente, si potrebbe richiedere alla Commissione di legiferare sul gioco.

L’Action Plan, presentato nel corso dell’ultima settimana, è il prodotto della consultazione sul Libro verde tenutasi lo scorso anno, incentrata sul gioco on line in considerazione della sua rapida crescita all’interno dell’Unione europea e dell’offerta transfrontaliera. Tuttavia – come sottolineato nel Libro Verde – un certo numero di questioni poste possono avere importanza e rilevanza anche per il settore dei servizi di gioco terrestri. Su questo non si può non essere d’accordo con la Commissione: è necessario partire da zero ed individuare delle regole comuni che disciplinino il gioco sia on line che off line senza fare distinguo di sorta, perché fenomeni come il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite ed il match – fixing sono comuni ad entrambe le tipologie di modalità di offerta di gioco.

L’occasione è di quelle importanti. Se si individuano nell’anno zero (2013) regole chiare e semplici, e si superano gli individualismi di alcuni Stati membri che sono ancora in contrasto con il principio di unità della Trattato UE, il lavoro non potrà che essere positivo e produttivo sia per i giocatori-consumatori che per tutta la filiera del gioco. Ed in quanto conclamati pionieri del settore, non potremmo che suggerire (ancora) di seguire l’esempio italiano.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale “TS”.

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